Confindustria ha presentato una ricerca sullo stato dell’arte della sostenibilità in Italia, che fornisce un’analisi quantitativa del sentiment dei consumatori nei confronti della sostenibilità a 360° e sulla valutazione della maturità delle aziende italiane nell’integrazione di tali temi nelle rispettive realtà.
Tra ottobre e novembre scorsi l’indagine, condotta da Havas Pr e Havas Media Network, ha coinvolto un campione di 500 rispondenti rappresentativi della popolazione italiana e 16 imprenditori del panorama industriale italiano.
Lo studio è stato illustrato in occasione dell’evento principale della XXII Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria “Industria 5.0: il futuro è qui. Consapevolezza e sviluppo sostenibile” al MAXXI di Roma. La giornata, attraverso gli interventi di illustri relatori, ha dedicato particolare attenzione alla riflessione e alla condivisione di esperienze sui temi chiave della sostenibilità e della responsabilità economica, ambientale e sociale nelle varie declinazioni e in diversi settori.
Dall’ indagine quantitativa sui consumatori è emerso che gli italiani continuano a prediligere prodotti di alta qualità, ma il prezzo resta un determinante critico: il 92% considera la qualità e l’89% il costo come i principali fattori di acquisto. La sostenibilità, focalizzata su aspetti ambientali e sociali, è rilevante per l’80% degli intervistati, con particolare attenzione da parte di donne e individui tra i 55 e 64 anni. La presenza di figli accentua l’interesse per qualità, origine e sostenibilità della filiera.
Nonostante gli atteggiamenti positivi dichiarati, solo il 28% degli italiani si dichiara ‘molto attento’ alla sostenibilità, mentre il 52% si dichiara ‘abbastanza attento’ al tema – associandolo principalmente al riciclo e alla raccolta differenziata; 1 su 5 (20%) si dichiara indifferente o considera la sostenibilità non rilevante. Il 60% degli intervistati dichiara di non conoscere l’acronimo ESG.
Mentre la responsabilità individuale è legata all’ambiente e al riciclo, le aziende sostenibili sono giudicate sia per temi ambientali che sociali. Il 46% degli intervistati considera la tutela dei lavoratori come il principale criterio per un’azienda sostenibile, seguito dal rispetto delle pari opportunità (41%).
I giovani si informano e scelgono marchi sostenibili, mentre il 57% degli italiani è disposto a optare per prodotti sostenibili senza impatti sul portafogli, scendendo al 50% nella fascia 45-54 anni.
Per il settore privato, emerge l’importanza della comunicazione trasparente ed efficace. I consumatori, infatti, si informano principalmente attraverso canali diversificati, con il sito ufficiale dell’azienda al primo posto (45%). La comunicazione diventa anche uno strumento di employer branding, con una distribuzione equa tra i generi, le età e le diverse provenienze dei consumatori.
Dall’indagine qualitativa realizzata attraverso interviste agli imprenditori è emerso che le imprese italiane integrano la sostenibilità sin dalla fondazione e la considerano una soluzione a lungo termine. Le imprese stanno evolvendo da un approccio “conforme alle normative” a un approccio che utilizza la sostenibilità per differenziarsi sul mercato. La soddisfazione dei dipendenti è prioritaria, con attenzione crescente all’inclusione ed equità. Il welfare, le competenze e il rapporto con le scuole sono temi rilevanti. L’innovazione tecnologica è fondamentale per la transizione green, con un focus sull’economia circolare e l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale. La governance della sostenibilità e il passaggio generazionale sono sfide, con solo il 25% delle PMI che ha una figura dedicata alla sostenibilità.
La collaborazione tra filiere è un elemento chiave. Le imprese investono nella formazione ESG per supportare le filiere più piccole. Il Made in Italy, con i suoi tratti distintivi di qualità, creatività e relazioni umane, offre un vantaggio unico.
Le priorità di investimento denotano un chiaro focus verso un approccio integrato alla sostenibilità: digitale, green e capitale umano-formazione ESG.
Le imprese intervistate esprimono la necessità di rivedere le politiche industriali – nazionali ed europee – in ottica di integrazione dei tre aspetti della sostenibilità E-S-G, per puntare sul made in Italy come leva efficace per valorizzare il nostro Paese sui mercati di tutto il mondo, generando ricchezza e sviluppo nel lungo periodo.