Articolo di Nicola Gelder, Founding Partner di ZPC Srl per Assosport
Il consumo non sostenibile di beni, che comporta una quantità crescente di rifiuti, è una delle principali cause di impatti negativi sull’ambiente globale.
E’ almeno dagli anni 50 che gruppi ambientalisti e per la difesa dei consumatori si battono per il cosiddetto “right to repair”, il diritto alla riparazione dei beni senza che i produttori limitino l’accesso ai componenti di ricambio o ne ostacolino il processo.
In questo contesto, l’11 Gennaio 2022 la Commissione Europea ha lanciato l’iniziativa “Consumo sostenibile di beni – promuovere la riparazione e il riutilizzo”, con l’obiettivo di:
– incoraggiare i consumatori a compiere scelte più sostenibili fornendo incentivi e strumenti per utilizzare i beni per un periodo più lungo;
– spingere i produttori a progettare prodotti che durino più a lungo e siano facilmente riparabili.
Tra gli interventi in fase di valutazione si va da un approccio più soft, che prevede un impegno volontario da parte delle aziende alla riparazione di beni con impatti ambientali negativi, ad uno più hard che obblighi i fabbricanti o rivenditori a riparare i beni oltre il periodo di garanzia legale, in alcuni casi a titolo gratuito e/o consenta al rivenditore di sostituire prodotti difettosi con prodotti ricondizionati e non prodotti nuovi.
Da notare che su questa strada, alcuni paesi stanno giocando di anticipo. La Francia ad esempio ha notificato alcune proposte per imporre l’indicazione in etichettata di un “punteggio di riparabilità”, al momento limitatamente ai dispositivi elettrici/elettronici.
L’impegno europeo per ridurre il consumo non sostenibile e contribuire alla costruzione di un’economia circolare si fa sempre più concreto. Tra le iniziative più recenti, la Commissione Europea ha presentato una nuova strategia per i prodotti tessili sostenibili, in cui rientrano anche azioni per rendere tali beni di consumo più durevoli, riparabili e riutilizzabili, oltre che riciclabili.
È necessario, anche nello sport system, ripensare ad una filiera sostenibile, con meno scarti e scelte indirizzate ad una cultura di riutilizzo.