Diversi Stati membri dell’Unione Europea hanno introdotto, o hanno intenzione di introdurre, misure che prevedono l’etichettatura ambientale degli imballaggi. In particolare, Italia, Francia e Bulgaria intendono implementare misure nazionali già nel 2022.
FESI, la Federazione Europea dell’industria dello Sport, intende presentare una istanza formale alla Commissione Europea, alla luce di alcuni confronti produttivi in cui la stessa Commissione ha riconosciuto la criticità delle singole iniziative e ha invitato i portatori di interesse a presentare motivazioni concrete, soprattutto in termini di impatti ambientali.
Qualora gli Stati membri non fossero in grado di fornire motivazioni fondate, la Commissione valuterà se avviare una procedura di infrazione, prima di rivolgersi alla Corte di Giustizia.
FESI chiede il supporto delle associazioni nazionali, soprattutto di Francia e Italia, per fornire alcuni dati fondamentali:. Nello specifico:
– Stima delle vendite annuali di articoli sportivi (attrezzature, abbigliamento, calzature)
– Stima impatti economici ed operativi: costi per la modifica della grafica degli imballaggi, compreso l’adeguamento degli impianti di stampa, i costi di consulenza per la validazione, per SKU o totale, la gestione di magazzini distinti per imballaggi destinati ai mercati con restrizioni, la gestione di stampe diverse per i mercati con restrizioni, ecc.
– Stima degli impatti ambientali: le misure sono in contrasto con gli obiettivi di ridurre il volume e peso degli imballaggi; Il peso medio di una etichetta è di 1,5 gr, e tenendo conto di tutti i beni che andranno rietichettati, si tratta di kg di etichette/marcature aggiuntive, dalla progettazione alla fine del ciclo di vita. La valutazione LCA (life cycle assessment) di etichette e pendagli si traduce in maggiori consumi di acqua, inchiostro, energia, carta ecc.; Il costo sommerso della rietichettatura. In media un lavoratore è in grado di applicare 250 etichette/ora. Tenendo conto delle decine di milioni di imballaggi che dovranno essere corredati di loghi ed informazioni specifici per i singoli Stati membri, si ipotizza l’impiego di centinaia di lavoratori a termine con costi che superano le centinaia di milioni di euro. Il proliferarsi di misure e simboli o messaggi non armonizzati potrebbe portare ad uno smaltimento meno efficace, generando confusione per i consumatori.