Ricerca

REPORT WEBINAR “ECONOMIA CIRCOLARE E PACKAGING: L’IMPATTO SULLA SPORT INDUSTRY”

Condividi sui social

Ultimo webinar formativo dell’anno 2021, organizzato da Assosport in collaborazione con ZPC SRL sulle nuove regole e gli obblighi per le aziende

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che ha l’obiettivo di estendere il ciclo di vita dei prodotti, aumentarne il riciclo e ridurre i rifiuti, nell’ottica di garantire una maggiore sostenibilità ambientale. Il sistema, promosso a livello europeo da specifiche direttive, ha un impatto su molte filiere produttive, con una particolare attenzione anche per il settore del packaging. A livello italiano, il decreto 116/2020 introduce importanti novità dal punto di vista dell’etichettatura ambientale degli imballaggi e il riciclo dei prodotti, in particolare i prodotti tessili.

Su questi temi Assosport ha pianificato il webinar “Economia circolare e packaging: l’impatto sulla sport industry”, tenuto da Nicola Gelder di ZPC Srl, azienda di consulenza in ambito di trade compliance e storico partner dell’associazione. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi argomenti, dai nuovi requisiti di etichettatura ambientale degli imballaggi in Italia alle regole in vigore in altri paesi, dalle novità in tema di riciclo dei prodotti tessili alle criticità della mancanza di misure armonizzate a livello europeo.

Etichettatura ambientale: il decreto 116/2020

Il merito al decreto 116/2020, tra gli aspetti più rilevanti la normativa punta a rafforzare la responsabilità estesa del produttore, a definire nuove filiere di recupero e riciclo, ad incrementare gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani, a promuovere una progettazione dei prodotti eco-compatibile, a promuovere la diffusione di imballaggi riutilizzabili e ad introdurre un nuovo sistema di etichettatura ambientale del packaging. Nello specifico, il decreto 116/2020 prevede l’introduzione di nuovi requisiti di etichettatura ambientale a partire dal 1° gennaio 2022, anche se Nicola Gelder ha sottolineato che da un’interrogazione parlamentare di novembre 2021 è emerso che il Ministero della transizione ecologica potrebbe proporre una modifica della norma nazionale, anche per chiarire le modalità applicative dei nuovi obblighi.

Le novità del decreto interessano sia il settore B2B che il settore B2C. Per il primo, scatterà l’obbligo di indicare sugli imballaggi i materiali di composizione attraverso un codice alfanumerico; per le transazioni B2C, oltre a questo obbligo, sarà anche necessario applicare un’etichettatura sugli imballaggi per favorire la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo e per fornire corrette informazioni al consumatore. I prodotti già immessi in consumo al 1° gennaio potranno essere commercializzate fino ad esaurimento delle scorte.

Un altro importante impatto del decreto 116/2020 riguarda l’entra in vigore dal 1° gennaio 2022 dell’obbligo di raccolta differenziata di rifiuti di prodotti tessili che rientrano nella definizione di rifiuti urbani, in largo anticipo rispetto a quanto stabilito dalla Direttiva (UE) 2018/851 sui rifiuti (1° gennaio 2025). Su questo aspetto Nicola Gelder ha evidenziato alcune criticità che potrebbero emergere in assenza di nuovi consorzi di filiera.

Le regole in vigore in altri paesi

Il webinar ha inoltre fatto il punto sui sistemi di etichettatura degli imballaggi in alcuni altri paesi UE ed extra UE. Tra questi la Francia, in cui vige l’obbligo di utilizzo del logo Triman con alcune novità che scatteranno il 1° gennaio 2022 e interesseranno anche gli articoli per lo sport, la Russia, in cui il regolamento sugli imballaggi è basato sulla normativa europea, ma con alcune differenze sui simboli da riportare sul packaging, il Giappone e la Corea del Sud, dove vigono specifici simboli per guidare la raccolta differenziata.

Misure armonizzate UE e criticità

Sempre in tema di aspetti problematici, si è sottolineato come la mancanza di misure armonizzate a livello UE, con differenze di applicazione delle direttive tra gli Stati membri, possa avere impatti sulla libera circolazione delle merci e porre degli ostacoli alle imprese. A questo proposito FESI, l’associazione che riunisce i produttori europei di articoli sportivi a cui aderisce ASSOSPORT, ha presentato un reclamo formale nei confronti di Italia, Francia e Bulgaria per le misure nazionali sull’etichettatura ambientale, auspicando un sistema armonizzato. Dal canto suo ZPC, ha concluso Gelder, ha partecipato alla consultazione pubblica del Ministero della Transizione Ecologica presentando osservazioni, criticità e proposte rispetto ai principali dossier normativi nazionali sull’economia circolare.

NEWS

Torna in alto

AREA ASSOCIATI

login