Si è tenuto lo scorso 11 novembre un webinar sulla tutela dei marchi e brevetti nell’ambito dei percorsi formativi organizzati da Assosport in collaborazione con il partner Studio Torta., Qui di seguito gli highlights dell’incontro.
Obiettivo di ogni impresa che voglia restare competitiva sul mercato nazionale e globale è creare, tutelare in esclusiva e valorizzare il proprio patrimonio immateriale: tecnologia (saper fare) e creatività (far sapere). E il mondo dello sport offre numerosi virtuosi esempi in tal senso.
La tutela delle innovazioni tecnologiche tramite i brevetti di invenzione ha origini lontane per quanto concerne gli articoli sportivi: si pensi – per esempio – che ben prima dell’impresa di Jacobs a Tokio 2021, Jesse Owens corse e vinse i 100 mt alle Olimpiadi di Berlino del 1936 con una calzatura brevettata.
E’ perciò estremamente importante per le imprese riconoscere un’innovazione tecnologica brevettabile in un prodotto sportivo ma anche conoscere requisiti e procedure per ottenere il monopolio su quella tecnologia nonché muoversi con cognizione di causa prima e dopo la brevettazione (per esempio verificare la prior art e la libertà di attuazione, valutare ed eventualmente adottare corrette strategie di estensione e così via).
Gli articoli sportivi sovente sommano in sé – oltre al tradizionale marchio denominativo – loghi, disegni, elementi figurativi, colori, pattern ed altri segni distintivi che li rendono unici ed univocamente riconducibili ad una certa impresa. Laddove si tratti di “creatività distintiva”, il marchio diventa lo strumento principe per ottenere un monopolio e quindi tutelare e valorizzare la brand image e la brand identity, trampolino di lancio per efficaci operazioni di comunicazione, marketing, sponsorizzazione, co-branding, licensing e molto altro ancora.
Anche in questo caso, tuttavia, è fondamentale conoscere i limiti ma anche le nuove frontiere della registrabilità dei marchi: dagli slogan agli hashtag, dalle combinazioni di colore ai pattern, dai video ai suoni, dai disegni ai segni di posizione ed altro ancora; per poi mettere in campo le giuste procedure e strategie quali per esempio ricerche di anteriorità, registrazioni nazionali e/o all’estero, monitoraggio dei registri e del web, sorveglianze doganali.
Tutto ciò senza trascurare l’importanza strategica della tutela del design ovverosia della forma e dell’aspetto estetico di un prodotto o di una sua parte, anch’esso registrabile e quindi proteggibile in esclusiva quando risponde ai requisiti della novità e del carattere individuale.
Del resto l’Italia rappresenta un’eccellenza nel campo del design e conseguentemente, per le nostre imprese, il rischio di subire imitazioni e copie è alto e concreto. Diventa pertanto sempre più impellente la necessità di adottare misure e strumenti a difesa del “designed in Italy”.