NEWS & EVENTI


NEWS 01/03/2022
CRISI RUSSIA - UCRAINA
Aggiornamenti per le imprese a cura di Confindustria

Lo Scenario

Nel mese di febbraio 2022 si è assistito ad una rapida escalation nei rapporti diplomatici in relazione al conflitto noto come “guerra del Donbass” iniziato nel 2014. Il 21 febbraio scorso il Presidente russo Vladimir Putin ha ufficialmente riconosciuto due repubbliche separatiste autoproclamatesi nella primavera del 2014 nella regione: la Repubblica Popolare di Lugansk e la Repubblica Popolare di Donetsk.

Successivamente, il 24 febbraio, la Russia ha avviato operazioni militari nel territorio ucraino, dando il via ad un conflitto dagli esiti incerti.

Unione europea, Regno Unito e Stati Uniti hanno risposto prima al riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche e poi all’invasione sul campo approvando i primi pacchetti di sanzioni. Il 21 febbraio gli Stati Uniti hanno adottato una prima tranche di misure sanzionatorie, a cui il 23 febbraio hanno fatto seguito i primi pacchetti varati da UE e Gran Bretagna.

La UE ha adottato formalmente il 25 febbraio una seconda tranche di misure, rafforzative delle prime. Queste entrano in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue. Il 28 febbraio infine è stata approvata una terza tranche di sanzioni.


L’Interscambio commerciale Italia- Russia
Il Centro Studi di Confindustria ha calcolato che la Russia rappresenta l’1,5% dell’export italiano di beni (rispetto al 2,7% fino al 2014, anno delle prime sanzioni a seguito dell’annessione della Crimea alla Russia), interessando oltre 11mila imprese e il 3% dell’import (5,2% pre-2014).

Il calo del peso del mercato russo, conseguente alle sanzioni legate all’annessione della Crimea, come destinazione dell’export italiano è diffuso a tutti i principali settori, con picchi significativi nei beni di consumo: dall’arredamento (8,0% pre-sanzioni; 3,0% nel 2021), al legno (5,5% - 1,1%), all’abbigliamento (7,3% - 3,8%) ai prodotti in pelle (4,6% - 1,7%).
Come è noto, infatti, le sanzioni hanno fiaccato la crescita economica e la domanda interna russa e svalutato sensibilmente il rublo.

Dal lato dell’import, circa un quinto degli acquisti italiani di gas e petrolio è di provenienza russa.
La Russia accoglie il 2,4% dello stock italiano di capitali investiti nel mondo. I capitali italiani hanno realizzato 442 sussidiarie che occupano circa 34,7 mila addetti e producono un fatturato pari a 7,4 miliardi di euro, crescendo mediamente del +7,5% negli ultimi sei anni, molto più di quanto accaduto alle controllate nei paesi extra-UE (+2,2% nello stesso periodo) e negli Stati Uniti (+5,2%), primo paese extra-UE per presenza delle multinazionali italiane.

Un peso molto più ridotto hanno i capitali russi investiti in Italia, appena lo 0,1% dello stock totale ricevuto dal nostro Paese. Le multinazionali russe rappresentano soltanto lo 0,3% delle multinazionali estere sul territorio nazionale e producono poco più dell’1% del fatturato, per un ammontare superiore agli 8 miliardi di euro.

L’impatto delle sanzioni sull’export italiano
L’impatto delle misure adottate dall’Ue sull’export italiano è complessivamente modesto.
Il blocco all’export riguarda 321 milioni di euro di vendite italiane in Russia nel 2021, pari al 4,2% dell’export italiano in Russia e allo 0,06% dell’export totale dell’Italia nel mondo.

Per il complesso dei prodotti colpiti, l’esposizione italiana al mercato russo, cioè il peso della destinazione Russia sull’export totale dell’Italia di quei prodotti nel mondo, è pari all’1,5% nel 2021.

L’importanza del mercato russo per i prodotti italiani colpiti dalle sanzioni risultava già in calo nel 2021, in confronto con il triennio precedente quando le vendite ammontavano a 427 milioni di euro in media all’anno.

Nonostante l’impatto delle sanzioni sull’export italiano sia contenuto, questo appare particolarmente significativo per alcuni specifici comparti italiani. Infatti, per specifici comparti, l’export verso la Russia dei beni colpiti dalle sanzioni rappresenta una quota rilevante rispetto al totale delle esportazioni di quei beni nel mondo.

Tra i principali prodotti colpiti dal blocco, definiti come quelli con un export di almeno 5 milioni di euro in Russia, infatti, ce ne sono alcuni per cui il peso del mercato russo supera il 10% del totale. Si tratta di macchinari, anche ad alta tecnologia, come: parti di satelliti da telecomunicazione; apparecchi di distillazione o di rettificazione; parti ed accessori di apparecchi a raggi X.



Le sanzioni UE al 28 febbraio 2022
Il terzo pacchetto di misure sanzionatorie della UE adottato il 28 febbraio (Regolamento 334/2022) modifica ulteriormente il preesistente disposto del 2014 (Regolamento 833/2014) imponendo nuove misure che vietano:

-       Ai vettori russi e a qualsiasi aeromobile immatricolato in Russia, o posseduto, noleggiato o controllato da persone fisiche e giuridiche russe di atterrare nel, decollare dal o sorvolare il territorio dell’Unione, rendendo di fatto impossibile la movimentazione fisica fra la Russia e la Ue. Tali misure prevedono deroghe esclusivamente per i casi di atterraggio o sorvolo di emergenza;

-       qualsiasi operazione con la Banca Centrale Russa. Il divieto riguarda qualsiasi operazione relativa alla gestione delle riserve e delle attività della Banca centrale russa, comprese le operazioni con qualsiasi persona giuridica, entità o organismo che agisca per suo conto o sotto la sua direzione.

Le sanzioni UE al 25 febbraio 2022*
A seguito dell’intervento militare russo in Ucraina, l’Unione europea ha inasprito le prime misure adottate il 23 febbraio, che continuano a rimanere strettamente coordinate con quelle di Stati Uniti, Regno Unito ed altri partner internazionali

La seconda tranche di misure, formalizzata il 25 febbraio, si aggiunge ed integra le precedenti, e rafforza le sanzioni volte ad incidere sull'accesso della Russia ai mercati dei capitali colpendo il suo sistema finanziario e, per suo tramite, le capacità industriali e l'economia nazionale.

In particolare, le misure Ue e USA impongono severi controlli sulle esportazioni impedendo l'accesso della Russia a tecnologie avanzate per limitare le sue capacità militari e industriali.
Inoltre, le misure sono dirette a membri dell'élite russa e alle loro famiglie, tra cui il Presidente Vladimir Putin e il Ministro degli Affari Esteri Lavrov, ed altre entità strategiche per l’industria e la finanza russa, ora assoggettate al congelamento dei beni e al divieto di ingresso in Ue e negli USA.  


Infine, le misure USA e Ue si estendono ad entità della Bielorussia per sanzionare il loro ruolo nel conflitto.
Per quanto riguarda il settore energetico, l'UE vieta la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione in Russia di beni e tecnologie specifici nella raffinazione del petrolio e introduce restrizioni alla fornitura dei servizi correlati, mirando a depotenziare il settore petrolifero russo.


Per quanto riguarda il settore dei trasporti, l'Ue introduce il divieto di esportazione per beni e tecnologie dell'industria aeronautica e spaziale, nonché di fornire servizi assicurativi, riassicurativi e di manutenzione relativi ad essi e la fornitura di assistenza tecnica e finanziaria, nell’intento di comprimere la disponibilità di aeromobili, pezzi di ricambio e attrezzature ed infliggere un duro colpo all'economia e alla connettività del paese. Va ricordato, infatti, che circa tre quarti dell'attuale flotta aerea commerciale russa è costruita nell'Ue, negli Stati Uniti e in Canada.

Restano sul tavolo ulteriori opzioni sanzionatorie nel caso la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi. È il caso, in particolare, della disconnessione selettiva dal sistema SWIFT, al momento in discussione.


Le misure del 23 febbraio:
- Misure individuali. Alcuni provvedimenti che modificano atti comunitari adottati nel 2014 nel quadro delle sanzioni comminate alla Russia per l’annessione della Crimea, aggiungono all’elenco delle persone e entità già “designate” altre 22 persone fisiche, fra cui i Ministri russi della difesa e dello sviluppo economico, vice primi ministri, alti esponenti dei comandi militari, giornalisti, banchieri e 4 entità giuridiche, di cui due banche, un ente finanziario e un’agenzia di informazione e 336 membri del Parlamento della Federazione Russa (Duma). Le misure comportano: congelamento dei beni, divieto di mettere fondi a disposizione dei soggetti designati e divieto di viaggio che impedisce l’ingresso o il transito nel territorio dell’UE.

- Restrizioni finanziarie e limitazioni alla capacità della Russia di raccogliere capitali sui mercati finanziari europei. Un ulteriore provvedimento amplia la portata di quello adottato nel 2014, includendo la Russia, il suo governo, la sua banca centrale e qualsiasi persona giuridica, entità o organismo collegato fra le entità a cui sono vietati: acquisto, vendita, fornitura di servizi di investimento o assistenza all'emissione o al trattamento di titoli trasferibili e strumenti del mercato monetario emessi dopo il 9 marzo 2022. Esso dispone, inoltre, il divieto di erogare, direttamente o indirettamente, nuovi prestiti o crediti a qualsiasi persona giuridica, entità o organismo “designata” in precedenza e dopo il 23 febbraio 2022.

- Misure restrittive nei confronti delle due autoproclamatesi Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Con un altro provvedimento si vietano l’importazione nella Ue di merci da esse originarie, la fornitura diretta o indiretta di finanziamenti, l’assistenza finanziaria, assicurazioni e riassicurazioni connesse all'importazione, l’acquisizione di nuovi beni immobili, nuove entità, azioni e altri titoli di natura partecipativa, la concessione di prestiti o altri finanziamenti, la creazione di società miste, e ogni servizio di investimento direttamente connesso a queste attività. Viene inoltre vietata l’esportazione, la vendita, la fornitura, o il trasferimento di beni e tecnologie nelle due repubbliche nei settori dei trasporti; delle telecomunicazioni; dell’energia; della prospezione, esplorazione e produzione di petrolio, gas e risorse minerali. Infine, per servizi connessi alle attività turistiche nei territori specificati, si prevede l’esecuzione fino al 24 agosto 2022 di obblighi derivanti da contratti conclusi prima del 23 febbraio 2022 a condizione che l’autorità competente sia stata informata con almeno cinque giorni lavorativi di anticipo. Vengono previsti regimi autorizzativi a capo delle autorità competenti degli Stati membri.

* Le disposizioni in continuo aggiornamento oggetto sono disponibili attraverso il link:
https://eur-lex.europa.eu/oj/direct-access.html (da L048 in avanti).




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