01/19/2006
MISURE DI SALVAGUARDIA SULLA CALZATURA STAF: LA POSIZIONE DI ASSOSPORT
ASSOSPORT, l’Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli Sportivi, che rappresenta le aziende italiane produttrici e distributrici di abbigliamento, calzature e attrezzature sportive, in occasione della visita in Italia del Commissario europeo per il commercio, Peter Mandelson, ribadisce la sua posizione in merito alle investigazioni in atto da parte della Commissione Europea sulle importazioni da Cina e Vietnam di calzature STAF (Special Technology Athletic Footwear) - ovvero di calzature fabbricate con materiali, tecnologie e metodi di lavorazione, indispensabili per ottenere prodotti con caratteristiche di assorbimento d’energia compatibili con le esigenze della pratica sportiva.
ASSOSPORT, in linea con il governo italiano e con ANCI (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani) sulla necessità di imporre dazi anti-dumping sulle calzature con tomaia in pelle importate da Cina e Vietnam, ritiene però opportuno rappresentare le esigenze delle sue associate - tra cui si annoverano Diadora, Fila, Lotto, Sergio Tacchini - e sottolineare che la calzatura STAF (Special Technology Athletic Footwear) non debba essere sottoposta ai dazi anti-dumping. Anche FESI, la federazione europea di produttori di articoli sportivi, ha affiancato ASSOSPORT presso il governo italiano nei confronti di tale problematica.
Le considerazioni addotte da ASSOSPORT a supporto della sua consolidata posizione sono le seguenti:
- Le calzature STAF (Special Technology Athletic Footwear) sono sempre state in passato escluse da qualsiasi contingentamento commerciale:
- nel 1994, esentate dalle quote d’importazione dalla Cina;
- nel 1995, esentate dalla procedura antidumping riguardante le importazioni di calzature con origine Cina, Indonesia e Tailandia;
- nel 2005, esentate dalle misure di sorveglianza introdotte per controllare le importazioni nell’ Unione Europea dalla Cina.
La CE ha infatti riconosciuto che in Europa non era disponibile già allora alcuna produzione industrialmente significativa di tale prodotto, che potesse soddisfare i bisogni del mercato e dei consumatori europei. Tale situazione resta a tutt’oggi invariata.
- Non esistono elementi provati o dati statistici che dimostrino che la produzione di calzature STAF (Special Technology Athletic Footwear) in Cina e Vietnam abbia recato danni all’industria calzaturiera italiana ed europea.
- L’imposizione di dazi anti-dumping sulla calzatura STAF comporterebbe dei danni che possono essere sintetizzati qui di seguito:
- l’imposizione di dazi antidumping sulle calzature STAF(Special Technology Athletic Footwear) causerebbe danni irreparabili all’economia italiana ed europea. In primo luogo, le Aziende sportive italiane ed europee non potrebbero più completare la propria offerta al mercato globale, attraverso l’integrazione della propria produzione italiana ed Europea con prodotti d’importazione ad elevata specificità tecnica. In secondo luogo, i consumatori europei e italiani sarebbero inevitabilmente penalizzati sul piano sia dei maggiori prezzi che della minore disponibilità dei prodotti.
- l’imposizione di dazi su calzature STAF (Special Technology Athletic Footwear) si rivelerebbe, pertanto, un’ingiusta tassa sull’attività fisica.
- le tecnologie e i processi utilizzati per le produzioni industriali di calzature STAF da ormai un decennio non sono più patrimonio delle aziende europee e quindi gli eventuali dazi antidumping applicati su calzature STAF (Special Technology Athletic Footwear) non porterebbero necessariamente ad un trasferimento delle produzioni in Europa.