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STAMPA


COMUNICATO STAMPA
05/23/2007 CONTRAFFAZIONE L’UE LATITA: LO SPORTSYSTEM VUOLE RISPOSTE CONCRETE DALLE ISTITUZIONI PER UN FENOMENO ORMAI FUORI CONTROLLO

Organizzato da Assosport, l’Associazione dei produttori di articoli sportivi Italiani, si è svolto oggi a Treviso l’incontro tra l’Alto Commissario per la lotta alla contraffazione Giovanni Kessler e alcuni rappresentanti delle aziende dello Sportsystem nazionale.

I temi trattati sono riassunti nei punti riportati di seguito, una serie di argomenti di estrema attualità e in alcuni casi di assoluta emergenza per il comparto, in merito ai quali Mauela Viel, Direttore di Assosport, così commenta: “In Italia il problema della contraffazione sta assumendo dimensioni preoccupanti. I nostri associati lamentano la carenza delle Istituzioni che dovrebbero gestire con più coerenza, formazione e informazione il problema. Per non parlare del settore dell’e-commerce dove ci si deve affidare alla sensibilità  verso una direttiva europea, ancora molto permissiva, dei siti dove spesso avvengono gli illeciti.  I prodotti originali purtroppo non sembrano tutelati dagli stessi consumatori che acquistando l’illecito alimentano un sistema deviato che impoverisce il Paese e le aziende e non tutela né il lavoratore né chi acquista. Dall’Alto Commissario per la lotta alla Contraffazione ci sono arrivati segnali positivi in riferimento alla sensibilizzazione dei cittadini verso il problema. Ci fanno ben sperare le sue recenti azioni volte a creare una strategia, unica e condivisa, che faccia interagire armonicamente tutte le Istituzioni coinvolte nella lotta alla contraffazione”.

 

Imitazione di prodotto e marchio

Moltissime aziende subiscono l’imitazione di prodotti a basso contenuto tecnologico in Paesi come Cina, Corea del Sud, Iran, Turchia. Più diffusa l’imitazione dei marchi, addirittura in Francia, USA e Germania dove i giudici sono tolleranti verso le aziende locali. Secondo le stime dell’OCSE la quota delle vendite di merci contraffatte si attesta tra il 7% e il 9%, pari a USD 450 mld. In Italia il fenomeno genera un giro d’affari stimato tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro. L’Alto Commissario ha attivato organismi nazionali e internazionali per fronteggiare l’emergenza, tra i quali l’OLAF, l’Organismo Antifrode dell’Unione Europea.

 

Sensibilizzazione dei consumatori

Le aziende sentono l’esigenza di sensibilizzare il consumatore contro l’acquisto di merci contraffatte. L’Alto Commissario ha dimostrato piena consapevolezza del problema e infatti ha già attivato una campagna anticontraffazione per creare nella coscienza del cittadino consapevolezza che la copia di un’idea è un furto, che comprare  e usufruire di un prodotto contraffatto  è un reato, che con l’acquisto di tale merce non c’è nessuna tutela nei loro confronti, che spesso la merce contraffatta è il risultato di condizioni inumane di lavoro e che il reddito che ne deriva è di completa evasione fiscale.

 

Formazione dei magistrati

L’Alto Commissario condivide con le aziende la consapevolezza che una materia così importante e complicata richiederebbe una formazione specifica dei magistrati e delle 21 Istituzioni coinvolte. La lotta alla contraffazione è dispersa tra 21 istituzioni pubbliche diverse, tra cui le forze di polizia, le dogane e vari ministeri. Ma tra loro non c’è ancora quella competenza e quel coordinamento è stata l’arma vincente nella lotta alla mafia. Il compito dell’Alto Commisario è far parlare una sola lingua a tutte queste istituzioni. “Ho istituto un tavolo di coordinamento con le istituzioni pubbliche, e al contempo ho stabilito di aprire un tavolo permanente di confronto con imprenditori, sindacati e consumatori per elaborare proposte comuni e portare presso le istanze più alte osservazioni e lamentele che provengono dalla società civile” ha dichiarato il Dott. Giovanni Kessler.

 

E-Commerce

Uno degli argomenti più spinosi è quello dell’e-commerce: i negozi virtuali sono fuori controllo, vi si vendono vastissime tipologie di prodotto, molte sono contraffatte.  Le aziende chiedono tutela contro queste vendite illegali, ma le Istituzioni non forniscono soluzioni soddisfacenti. La polizia postale può agire solo contro siti di vendita diretta di merce contraffatta. Per quanto riguarda quei portali che gestiscono invece transazioni tra privati l’unica arma utilizzata per ora è la sensibilizzazione dei loro amministratori. Le aziende dovranno attendere che l’UE rediga una regolamentazione a livello comunitario del commercio elettronico. Forse si fa ancora troppo poco.





 



 

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