Green pass e accesso ai luoghi di lavoro - proposta di Confindustria
Il quadro pandemico torna a registrare in questi giorni un incremento dei contagi, associato al diffondersi, in Europa e in Italia, di varianti del virus particolarmente aggressive.
Gli
strumenti di contenimento della pandemia più evoluti - in primis la
vaccinazione - risulteranno fondamentali per evitare la reintroduzione di
misure restrittive delle libertà personali e per lo svolgimento delle attività
economiche.
Nonostante
la campagna vaccinale nazionale abbia registrato finora un buon andamento,
numerose imprese associate hanno segnalato la Confindustria la presenza di
percentuali consistenti di lavoratori che scelgono liberamente di non
sottoporsi alla vaccinazione anti-COVID19, esponendo di fatto ad un maggior
rischio di contrarre il virus se stessi e la pluralità di soggetti con cui,
direttamente o indirettamente, entrano in contatto condividendo in maniera
continuativa gli ambienti di lavoro.
Al
fine di tutelare tutti i lavoratori e lo svolgimento dei processi produttivi
nel pieno rispetto delle libertà individuali, Confindustria ha proposto
l’estensione dell’utilizzo delle certificazioni verdi - cd. green pass - per
accedere ai contesti aziendali/lavoristici, avviando interlocuzioni con il
Governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso. La proposta
costituisce, insieme alla disponibilità alla vaccinazione nei luoghi di lavoro,
un ulteriore contributo delle imprese per la tutela della salute pubblica.
L’intento
è quello di consentire ai datori di lavoro di richiedere l’esibizione di una
certificazione verde valida ai fini di regolare l’ingresso nei luoghi di lavoro
e/o lo svolgimento delle mansioni lavorative dei vari soggetti.
Come
sapete, il green pass viene rilasciato in tre casi: l’avvenuta
vaccinazione (validità del certificato: 9 mesi), l’avvenuta guarigione dal
COVID-19 (validità certificato: 6 mesi), l’esito negativo di un test molecolare
o antigenico rapido (validità certificato: 48 ore).
La
posizione assunta da Confindustria è che l’esibizione di un certificato verde
valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona
fede su cui poggia il rapporto di lavoro. In diretta conseguenza di ciò, il
datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse
da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione; qualora
ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il
soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di
allontanamento dell’azienda.
Le
interlocuzioni sono ancora in corso e sarà nostra cura offrirvi aggiornamenti
in tempo utile.