CSC CONFINDUSTRIA: Italia: nel 3° trimestre minore spinta dai servizi, meno debole l'industria, ancora male l'export
Si trasmette il report Congiuntura Flash del centro Studi di Confindustria aggiornato al 13 settembre 2024.
Cresce il PIL. Dopo il +0,2% registrato dal PIL italiano nel 2° trimestre 2024 (+0,3% nel 1°), con l’export che perde quota, le indicazioni per il 3° sono di minore crescita nei servizi e di un’attenuazione nel calo dell’industria. L’inflazione rallenta nell’Eurozona e finalmente famiglie e imprese saranno aiutate dal taglio dei tassi, che stimola consumi e investimenti. Risale però il prezzo del gas in Europa.
In discesa i tassi. La BCE,
che aveva tagliato a giugno (di -0,25%), il 12 settembre ha deciso un secondo
taglio dei tassi (ancora -0,25%). I mercati si aspettano il 18 una prima mossa
FED, anch’essa limitata (-0,25%), ma seguita da altri tagli entro fine anno.
Nell’Eurozona anche i tassi sovrani hanno imboccato un sentiero decrescente:
BTP a 3,58%, da 3,92% a giugno, Bund a 2,22% da 2,49%.
Inflazione quasi in linea.
Nell’Eurozona l’inflazione è scesa a +2,2% in agosto (+2,6% a luglio), vicina
alla soglia BCE, anche se al netto di energia e alimentari è al +2,8%. L’Italia
si conferma il paese a minor inflazione: +1,1% (core a +2,1%), contro +2,0% in
Germania, +2,2% in Francia, +2,4% in Spagna. Anche negli USA gli ultimi dati
sono favorevoli: +2,9% a luglio (da +3,5% a marzo), ma core ancora alta
(+3,2%).
Energia: rincara il gas.
Dopo il balzo in agosto (+17,2%), a settembre il prezzo del gas in Europa si
mantiene a 36 €/mwh, da un minimo di 27 a marzo. Scende invece quello del
petrolio, a 74 dollari al barile, da un massimo di 90 in aprile. Entrambi i prezzi
sono più alti rispetto ai livelli del 2019. Il gas più caro alzerà i prezzi
dell’elettricità per famiglie e imprese, agendo negativamente sull’inflazione.
I servizi rallentano. Nel 2°
trimestre i servizi erano cresciuti (+0,4% il valore aggiunto), con il traino
del turismo (+2,7% annuo a giugno la spesa degli stranieri). A luglio, RTT
(CSC-TeamSystem) indica un recupero del fatturato dopo il calo di giugno.
Tuttavia, in agosto, il PMI è calato ancora e ora indica crescita più tenue
(51,4 da 51,7) e recupera solo in parte la fiducia delle imprese dopo mesi di
calo.
Industria: minor calo. La
produzione, dopo due mesi in recupero, è diminuita di -0,9% a luglio,
determinando un acquisito negativo anche nel 3° (-0,4%, da -0,9% nel 2°). Le
prospettive sono meno deboli: RTT segnala a luglio un rimbalzo del fatturato
industriale, in agosto l’HCOB PMI ha quasi recuperato la soglia di stabilità
(49,4, da 47,4), ma la fiducia delle imprese ha perso ulteriore terreno.
Adagio i consumi. La spesa
delle famiglie nel 2° (+0,2%) ha proseguito la lenta dinamica positiva.
Prospettive modeste: il reddito reale è sostenuto dalla frenata dei prezzi,
dalla moderata crescita salariale e dall’aumento dell’occupazione, la propensione
al risparmio è risalita a valori storici, il costo del credito è in calo, ma la
fiducia delle famiglie è diminuita in agosto dopo tre aumenti.
Ancora positiva la dinamica
degli investimenti. Nel 2° trimestre sono cresciuti di +0,3% (da +0,4% nel 1°).
Buona la dinamica di impianti e macchinari (+1,1%), trainati dai mezzi di
trasporto (+1,7%). Quelli in costruzioni sono invece rimasti fermi: il calo
delle abitazioni (-1,1%), per il venir meno del Superbonus, è stato compensato
dall’incremento dei fabbricati non residenziali (+1,8%), sostenuti dal PNRR.
Su gli occupati, non le
forze lavoro. Prosegue la buona performance del mercato del lavoro
italiano: ancora su l’occupazione (a
luglio +56mila unità, +260mila su gennaio) e giù la disoccupazione (-107mila le
persone in cerca di occupazione; al 6,5% il tasso, il più basso da marzo 2008).
Tuttavia, da inizio 2024 gli inattivi hanno smesso di diminuire e le forze
lavoro di espandersi, con il rischio che la crescita occupazionale possa essere
limitata nel prossimo futuro dal lato dell’offerta di lavoro.
Export in calo. L’export
italiano è diminuito nel 2° trimestre (-1,8% i beni, -0,3% i servizi; in
volume), pur su livelli ben sopra il pre-Covid (+7,1% i beni, +18,4% i
servizi). Il calo è diffuso ai mercati UE (-2,1%) ed extra-UE (-0,8%); giù in
particolare le vendite in Germania e nei principali paesi asiatici. I dati
sugli ordini manifatturieri esteri (Istat e PMI) danno indicazioni negative
anche per i mesi estivi: pesa la debolezza della domanda europea. Il commercio
mondiale di beni, invece, è risalito nel 2°, sostenuto dagli scambi cinesi;
tuttavia, il PMI sugli ordini manifatturieri globali è tornato in territorio
recessivo in estate.
Eurozona debole. Nel 2°
trimestre il PIL dell’area è cresciuto di +0,2% (+0,3% nel 1°) grazie al
contributo della spesa pubblica, ma soprattutto alla domanda estera netta
(+0,5%) che ha compensato il calo degli investimenti (-0,5%), mentre è calata
di poco la spesa delle famiglie. L’area è trainata dalla Spagna (+0,8%),
tengono Italia e Francia (+0,2%), mentre è in negativo la Germania (-0,1%).